Quando una coppia si separa, le scelte difficili non riguardano solo casa, beni e figli. Sempre più spesso c’è un’altra questione che pesa molto: chi terrà il cane? Un animale domestico è parte integrante della famiglia e decidere il suo futuro non è mai semplice. In Italia non esiste ancora una legge specifica, ma i giudici hanno tracciato delle regole chiare basate su un criterio principale: il benessere dell’animale.
L’intestatario del microchip non ha l’ultima parola

Un equivoco comune è pensare che il cane vada automaticamente a chi risulta proprietario sul microchip. In realtà non funziona così. Il nome registrato è un elemento da considerare, ma non è decisivo. I tribunali guardano oltre la semplice proprietà formale.
Il benessere dell’animale: il criterio fondamentale
I giudici italiani hanno riconosciuto che un cane non è un bene materiale, ma un essere senziente. Per questo motivo, la decisione sull’affidamento si concentra su chi dei due partner può garantire le condizioni di vita migliori, valutando affetto, stabilità e continuità. L’obiettivo è evitare traumi e cambiamenti troppo bruschi per l’animale.
Un principio simile all’affidamento dei figli
Il modello di riferimento è lo stesso che si applica con i minori: tutelare il legame affettivo e ridurre al minimo la destabilizzazione. Da qui derivano due possibili soluzioni:
1. Affido condiviso
Il cane trascorre tempo con entrambi i partner secondo un calendario prestabilito. Le spese vengono suddivise: dalle necessità quotidiane come cibo e toelettatura fino alle spese straordinarie come interventi veterinari.
2. Affido esclusivo con diritto di visita
Il giudice può decidere che il cane resti in via esclusiva con un partner, riconoscendo all’altro un diritto di visita regolamentato. In questo modo l’animale mantiene il rapporto affettivo con entrambi.
Cosa valuta il giudice in pratica?

La decisione non è mai astratta, ma basata su elementi concreti della vita dell’animale. Alcuni dei fattori chiave sono:
- Il legame affettivo: con chi il cane ha instaurato un rapporto più solido e continuativo.
- La cura quotidiana: chi si è occupato in passato delle passeggiate, del cibo, della pulizia e delle visite veterinarie.
- Le condizioni future: chi può offrire più tempo, spazi adeguati e stabilità.
- Le abitudini del cane: quale sistemazione rispetta meglio la sua routine e i suoi bisogni.
In fine
La separazione porta inevitabilmente a decisioni delicate, ma quando si parla di animali la priorità resta sempre il loro benessere. Nessun giudice considera il cane come un semplice oggetto da spartire: conta solo dove potrà vivere meglio, con la persona che rappresenta il suo punto di riferimento affettivo.