Lo vedi ovunque: prati, strade, aiuole. E spesso lo ignori, pensando sia una semplice erbaccia. Invece il Tarassaco, chiamato anche Dente di leone, è una delle piante spontanee più preziose che puoi incontrare.
Fa bene al fegato, pulisce i reni, nutre il tuo intestino. E non solo: puoi anche mangiarlo, usarlo per fare una tisana, o persino un caffè alternativo.
Una pianta gratis, sottovalutata, ma utilissima.
Cos’è il Tarassaco e perché fa bene
Il Tarassaco (Taraxacum officinale) è una pianta perenne dalle incredibili proprietà depurative. Le sue foglie verdi, i suoi fiori gialli e le sue radici profonde contengono fitocomposti che stimolano il metabolismo e aiutano a eliminare le tossine.
I benefici principali:

- Depura il fegato, stimolando la produzione di bile
- Favorisce la diuresi, aiutando a eliminare liquidi e scorie
- Migliora la digestione, soprattutto dei grassi
- Sostiene l’intestino, grazie all’inulina contenuta nella radice
- Aiuta la pelle e può ridurre infiammazioni interne leggere
Non per niente è la pianta più usata nei cicli detox primaverili. Una vera alleata se ti senti appesantito, gonfio o spossato.
Come riconoscere il Tarassaco

Lo riconosci subito, ma serve un po’ d’occhio per distinguerlo da piante simili (come la cicoria selvatica).
Come si presenta:
- Foglie lunghe, dentellate e disposte a rosetta sul terreno
- Fusto cavo e privo di foglie, che porta un solo fiore
- Fiore giallo acceso, simile a una margherita ma più compatto
- Frutto che diventa un soffione bianco (sì, quello che soffiavi da piccolo)
- Lattice bianco: se spezzi un gambo o una foglia, esce una linfa biancastra
È conosciuto con tantissimi nomi dialettali: piscialetto, cicoria matta, ingrassa porci, nonnino, girasole dei prati, ognuno legato a una zona d’Italia. Questo ti dà un’idea di quanto sia diffuso… e di quanto sia parte della nostra tradizione.
Dove cresce e quando raccoglierlo
Il Tarassaco è una pianta rustica: non ha bisogno di cure, cresce spontaneo ovunque.
Habitat preferito:
- Prati non trattati
- Campi incolti
- Bordi delle strade di campagna
- Giardini urbani trascurati
- Qualsiasi terreno soleggiato, anche povero
Quando raccoglierlo:
- Foglie: tra marzo e aprile, quando sono tenere e poco amare
- Fiori: da aprile a giugno
- Radici: tra settembre e ottobre, quando hanno più nutrienti
Come raccogliere il Tarassaco senza danneggiarlo

Qui serve attenzione. Anche se il Tarassaco è resistente, va trattato con rispetto.
Ecco il metodo giusto:
- Trova un cespo sano e ben formato
- Afferralo alla base e taglialo all’altezza del colletto con un coltellino
- Non estrarre la radice: è fittonante (cioè va in profondità) e permette alla pianta di rigenerarsi
Con questo metodo, prendi solo le foglie, lasci la radice nel terreno e il Tarassaco continuerà a vivere. È lo stesso principio usato dagli animali in natura: mangiano ciò che serve, e lasciano la pianta viva.
Come cucinare il Tarassaco
Tutte le parti sono commestibili: foglie, fiori e radici. Il sapore è amarognolo, ma con le giuste preparazioni diventa una risorsa culinaria sorprendente.
Le foglie:
- Crude in insalata (solo le giovani, in primavera)
- Lessate e ripassate in padella con aglio e olio
- In frittata o risotto per un gusto rustico
- Pesto verde con mandorle, olio evo e limone
I fiori:
- In tempura (fritti in pastella leggera)
- Nelle insalate per un tocco decorativo
- Per fare lo sciroppo: bolliti con limone e zucchero, ottimo contro la tosse
Le radici:
- Tostate per preparare un “caffè di Tarassaco”, simile a quello d’orzo
- In decotto per un effetto depurativo profondo
Un ingrediente povero ma versatile. Economico, locale, sostenibile. Cosa vuoi di più?
Usi erboristici e medicinali
Il Tarassaco è tra le piante più usate in fitoterapia. Le sue foglie e radici si trasformano in infusi, tinture, sciroppi e capsule.
Usi principali:
- Tisana drenante per reni e vescica
- Decotto epatico per sostenere il fegato
- Tintura madre per cicli detox stagionali
- Integratori in capsule, spesso in combinazione con carciofo o bardana
È apprezzato anche per le sue proprietà antireumatiche e per favorire il ciclo mestruale in modo naturale.
Un alleato della biodiversità
Non dimenticare: il Tarassaco non fa bene solo a noi. È fondamentale anche per l’ecosistema.
- I fiori forniscono polline e nettare ad api, farfalle e altri impollinatori
- Crescendo ovunque, aiuta a mantenere il suolo stabile
- Può diventare un indicatore naturale di terreni sani
Raccoglierlo con attenzione è un modo per interagire con la natura senza danneggiarla. Se ami le erbe selvatiche, devi amare anche i luoghi in cui crescono.
Attenzione e controindicazioni
Naturale non vuol dire innocuo. Il Tarassaco è sicuro, ma in alcuni casi può creare problemi.
Evitalo se:
- Hai calcoli biliari o problemi alla colecisti
- Usi diuretici o farmaci per la pressione
- Sei allergico al lattice o a piante della famiglia delle Asteracee
- Sei in gravidanza o allattamento, senza parere medico
Per tutti gli altri, resta una delle piante spontanee più sicure e benefiche da utilizzare.
Vale la pena raccoglierlo?
Sì, e non solo per i benefici fisici. Raccogliere Tarassaco significa rallentare, osservare, connettersi con la terra. Un gesto semplice ma potente, che ti riporta in contatto con stagioni, territori e sapori veri.
Non serve essere erboristi esperti. Ti basta riconoscerlo, raccoglierlo con rispetto e cucinarlo con creatività.
Una tisana pronta e naturale: REPLANTEA® Tarassaco Bio 100g

Se vuoi godere dei benefici del Tarassaco senza doverlo raccogliere nei campi, una soluzione comoda è la tisana biologica REPLANTEA®. Contiene solo foglie di tarassaco essiccate, raccolte in modo sostenibile e confezionate in sacchetti da 100 grammi, sufficienti per oltre 50 tazze.
Perfetta per chi cerca un infuso drenante, depurativo e diuretico, da assumere 1-2 volte al giorno, specialmente nei cambi di stagione o durante un ciclo detox. Il gusto è leggermente amaro, come da tradizione, ma si sposa bene con una scorzetta di limone o un cucchiaino di miele.